Ucraina – È il tempo della tregua e della trattativa
Ucraina – È il tempo della tregua e della trattativa https://www.martirimarzabotto.it/wp-content/uploads/2023/02/Ucraina-1024x643.jpg 1024 643 Caduti Marzabotto Caduti Marzabotto https://www.martirimarzabotto.it/wp-content/uploads/2023/02/Ucraina-1024x643.jpgA quasi un anno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe della Federazione russa, dopo mesi di bombardamenti dal cielo e da terra, di offensive e di controffensive, di conquiste territorialie di referendum plebiscitari imposti con le baionette, di milioni di sfollati all’estero e in patria, di schermaglie diplomatiche faticosissime e volubili, di roboanti e minacciosi proclami propagandistici, di forniture sempre più massicce, diversificate e mai sufficienti di armi, di distruzioni immani e irrimediabili, di costi economici esorbitanti e, soprattutto, di migliaia di morti civili e di decine e decine di migliaia di militari uccisi sui fronti (con una censura spietata sui numeri), è arrivato il tempo della tregua e della trattativa.
Con i fronti in sostanziale stallo nel sud e nell’est dell’Ucraina, in attesa di formidabili e decisive azioni militari annunciate per la primavera e l’estate, magari anche dal nord e con lo spettro nucleate agitato a monito mortifero, è arrivato il tempo della tregua e della trattativa.
La comunità internazionale deve essere risoluta e non ipocrita e non codarda: è arrivato il tempo della tregua e della trattativa.

Aggressore e aggredito reclamano le loro ragioni. Da parte russa, l’opposizione a mutamenti strategici in atto da tempo ai suoi confini, prodotti dal governo ucraino e sostenuti, incoraggiati, indotti, dalle potenze occidentali, riassunte da USA e Nato, tali da mettere a repentaglio non solo l’esistenza della minoranza russa un Ucraina, ma la stessa unità della Federazione, in un disegno che mirerebbe alla dissoluzione della Russia stessa. Da parte Ucraina, la doppia difesa e rivendicazione dell’integrità del proprio territorio, già violato nel 2014 con l’annessione russa della Crimea e costantemente minacciata da allora nel Donbass, con l’ingerenza militare del vicino e del proprio diritto inalienabile a percorrere vie di sviluppo autonome, che comprendono l’adesione all’UE e alla Nato, liberandosi una volta per tutte da qualsiasi condizionamento della Russia. Da parte dello schieramento di nazioni e di organizzazioni che sostiene l’Ucraina l’esigenza che siano ripristinate e rispettate le norme della convivenza internazionale, come interpretate dalla carta e dalla prassi delle Nazioni Unite e punite le sue violazioni.
D’accordo. Ci dichiariamo pubblicamente e solennemente disponibili a partire da qui, a non porre pregiudiziali, ad aiutarvi e aiutarci a separare il grano dalla zizzania. Senza carte nascoste nella manica.
Per questo non diciamo che è venuto il tempo della pace, ma quello della tregua e della trattativa, dura quanto si vuole, ma onesta e sincera, che veda molti attori coinvolti, primi e più importanti dei quali i due governi in lotta e, ancora di più, i loro popoli.
Già nel novembre scorso formulammo una concreta proposta di mediazione, che ci sentiamo di riproporre nella sua sostanza.

Una tregua immediata, lì dove si è e per il tempo necessario ad avviare la trattativa formale. La tregua deve contemplare la possibilità di scambio di prigionieri, il soccorso alle popolazioni civili, la circolazione delle persone fra confini permeabili, il libero accesso in tutte le regioni delle organizzazioni umanitarie internazionali.
La trattativa dovrà prima di tutto trasformare la tregua in un cessate il fuoco sine die. Quindi, meglio organizzare il soccorso alle popolazioni coinvolte nel conflitto e stabilire il quadro entro cui gli organismi della giustizia internazionale possono agire per rilevare e perseguire le condotte criminali prodottesi durante questo anno di guerra.
Dopodiché la strada è aperta perché tutti i dossier, le istanze, le lamentele, le condizioni inderogabili, gli antecedenti storici, le esigenze irrinunciabili, i diritti reclamati e le loro violazioni vengano presi in esame e discussi. Con una convinzione ben fissa in testa: la soluzione c’é.
L’Onu dovrebbe sovrintendere, con un gruppo di contatto apposito, formato da soggetti internazionali accettati dalle parti in conflitto (e alcuni dei quali da loro indicati e non pregiudicabili).
Con un impegno preliminare. Quello che si voleva dimostrare sul campo lo si è dimostrato e il cessate il fuoco reciproco verrà rispettato, pure in presenza di provocazioni, magari violente e, come si dice, da qualunque parte vengano. Anche questo, tra persone e istituzioni che si dicono civili, portatrici di altissimi valori etici e perfino religiosi (potendosi permettere di accusare il dirimpettaio di non esserlo), si può fare. Basta volerlo.
Scongiuriamo il parlamento e il governo italiano a muoversi con tempestività, energia e forte convincimento in questa direzione, non sprecando né un’ora né un’occasione.
Quanto a noi, di Monte Sole, depositari della tragedia di oltre 770 trafitti dalla guerra nazi-fascista, siamo qui a dire che quel poco che possiamo fare siamo qui per farlo e invitiamo i tantissimi altri Monte Sole, italiani, europei e mondiali a unirsi e dire: noi ci siamo. Utilizzateci.
Valter Cardi – Presidente
Alessandro Borghi, Valentina Cuppi, Maria Iubini, Virginia Laffi, Gianluca Luccarini, Andrea Marchi, Massimo Veronesi – Membri del Direttivo
Marzabotto, 11/02/2023